“Querela: Significato e Implicazioni Legali in Italia”

La querela è un istituto giuridico di fondamentale importanza nel diritto penale italiano. Ma cosa si intende esattamente con questo termine? In questo articolo spiegherò nel dettaglio cos’è la querela, qual è il suo significato, entro quale termine va presentata e come funziona l’eventuale remissione della stessa.

Cos’è la querela e qual è il suo significato

In diritto penale, la querela è un atto con cui la persona offesa da un reato manifesta all’autorità giudiziaria la volontà che si proceda nei confronti dell’autore del reato.

Più nello specifico, la querela è una condizione di procedibilità prevista per alcuni reati (detti appunto “procedibili a querela”), che consiste nella manifestazione di volontà della persona offesa affinché si avvii il procedimento penale nei confronti dell’autore del reato.

Senza la querela, quindi, per i reati procedibili a querela di parte l’azione penale non può essere esercitata.

La querela si differenzia quindi dalla denuncia, che può essere presentata da chiunque (non necessariamente dalla persona offesa) per segnalare un qualsiasi reato, e dall’esposto, con cui si portano a conoscenza delle autorità dei fatti che potrebbero costituire reato.

Querelare qualcuno significa dunque sporgere un atto ufficiale con cui si denuncia di aver subito un reato perseguibile solo a seguito di querela, manifestando la volontà che l’autore del reato sia perseguito e punito.

Entro quale termine va presentata la querela

La querela deve essere presentata entro un determinato termine stabilito dalla legge, che varia a seconda del Paese e del tipo di reato. In molti sistemi giuridici, il termine per presentare una querela può essere relativamente breve, spesso entro pochi mesi dalla commissione del reato. Tuttavia, è importante consultare un avvocato o verificare la legislazione locale per conoscere i dettagli specifici del termine in vigore nella giurisdizione in cui si desidera presentare una querela. Ritardare la presentazione della querela oltre il termine previsto potrebbe comportare la perdita del diritto di farlo e la prescrizione del reato, rendendo impossibile perseguire l’autore dell’illecito.

La querela va presentata entro 3 mesi dal momento in cui la persona offesa è venuta a conoscenza del fatto che costituisce reato .

Il termine è più ampio per alcuni reati, come ad esempio:

  • 6 mesi per il reato di atti persecutori (stalking)
  • 12 mesi per i reati contro la libertà sessuale (violenza sessuale, ecc.)

Se il termine previsto scade senza che sia stata presentata querela, il diritto di querelare si estingue e, quindi, non sarà più possibile procedere nei confronti dell’autore del reato.

È importante ricordare che il termine decorre non dal momento in cui è stato commesso materialmente il reato, bensì da quando la persona offesa ne è venuta a conoscenza. Ad esempio, se Tizio diffama Caio su internet ma Caio viene a saperlo solo 3 mesi dopo, il termine per la querela decorrerà da quando Caio ha avuto conoscenza della diffamazione e non dal momento in cui è stato pubblicato online il contenuto diffamatorio.

Che cosa comporta la presentazione di una querela

La presentazione di una querela da parte della persona offesa fa sorgere l’obbligo per la polizia giudiziaria di riferire senza ritardo, mediante rapporto, al pubblico ministero .

Il Pubblico Ministero, una volta ricevuta la notizia di reato tramite la querela, è obbligato ad avviare le indagini preliminari, all’esito delle quali deciderà se archiviare il caso o esercitare l’azione penale.

La persona nei cui confronti è presentata la querela assume la qualifica di “indagato” . Egli ha la possibilità di farsi assistere da un difensore sin dalle prime fasi del procedimento e di presentare memorie o richiedere atti di indagine.

Al termine delle indagini preliminari, se gli elementi raccolti non sono sufficienti per sostenere l’accusa in giudizio, il Pubblico Ministero richiederà l’archiviazione al Giudice per le indagini preliminari (GIP)

Se invece le prove raccolte appaiono idonee a fondare l’accusa, il PM procederà con la richiesta di rinvio a giudizio e si aprirà la fase dibattimentale del processo penale.

La remissione della querela


La remissione della querela è un atto legale mediante il quale la persona che ha presentato una querela ritira la sua denuncia o il suo reclamo contro l’autore presumibile di un reato. Questo atto è spesso usato nei procedimenti penali quando la vittima o il querelante decide di non proseguire con il caso o di risolvere la questione in modo diverso, come attraverso la mediazione o un accordo extragiudiziale. La remissione della querela può essere effettuata volontariamente dalla parte che ha inizialmente denunciato il reato o su sua richiesta. Tuttavia, in alcuni casi, potrebbero essere necessari il consenso del pubblico ministero o l’approvazione del tribunale. La remissione della querela può influire sull’esito del procedimento penale, ma è importante consultare un avvocato per comprendere appieno le implicazioni legali di tale decisione.

La persona che ha sporto querela ha anche la possibilità di rimetterla, prima che sia pronunciata una sentenza passata in giudicato.

La remissione della querela è un atto unilaterale con cui il querelante dichiara di rinunciare all’azione penale , manifestando la volontà di non proseguire ulteriormente nel procedimento.

Perché sia valida ed efficace, è necessario che la remissione venga accettata dal querelato. In caso contrario, la remissione è priva di effetti e il procedimento prosegue.

La remissione può avvenire:

La remissione può avvenire in diversi contesti, ma comunemente si riferisce al miglioramento o alla scomparsa dei sintomi di una malattia. Questo termine è spesso utilizzato in campo medico per descrivere il periodo in cui i sintomi di una patologia diventano meno intensi o scompaiono del tutto. La remissione può essere temporanea o permanente, a seconda della natura della malattia e del trattamento applicato. Tuttavia, va notato che la remissione non significa sempre guarigione completa, poiché alcune malattie croniche possono periodicamente tornare a manifestarsi. Inoltre, il concetto di remissione può essere applicato anche in ambito psicologico, quando si fa riferimento alla riduzione dei sintomi di disturbi mentali come la depressione o l’ansia. In generale, la remissione rappresenta un periodo di speranza e miglioramento nella lotta contro le malattie e le sfide della vita.

  • In forma espressa, con una dichiarazione orale o scritta davanti all’autorità giudiziaria o alla polizia giudiziaria;
  • In forma tacita, con comportamenti del querelante incompatibili con la volontà di coltivare l’azione penale.

Gli effetti della remissione:

Gli effetti della remissione possono essere profondamente positivi e significativi per coloro che ne beneficiano. Quando una malattia o un disturbo entra in remissione, la persona coinvolta può sperimentare un notevole sollievo dai sintomi che precedentemente avevano compromesso la sua qualità di vita. Ciò può portare a una sensazione di benessere fisico e mentale, consentendo una maggiore partecipazione alle attività quotidiane e una migliore qualità del sonno. Inoltre, la remissione offre spesso una finestra di opportunità per consolidare le abitudini di vita salutari e per lavorare sulla prevenzione della ricorrenza della malattia. Tuttavia, è importante notare che la remissione non è sempre definitiva, e molte condizioni possono avere episodi di recidiva. Pertanto, è essenziale monitorare attentamente la propria salute e seguire il piano di cura consigliato dal medico anche durante la remissione per mantenere il benessere a lungo termine.

  • Se avviene prima dell’esercizio dell’azione penale, impedisce che questa possa essere esercitata;
  • Se avviene dopo l’esercizio dell’azione penale, determina l’improcedibilità dell’azione stessa;
  • Se interviene dopo la condanna, impedisce l’esecuzione della pena irrogata.

In ogni caso, quindi, la remissione validamente accettata estingue il reato, impedendo che l’autore possa essere condannato e punito.

Conclusioni

La querela è un istituto fondamentale del diritto penale italiano, che consente alla persona offesa da alcuni reati (“reati a querela”) di ottenere la punizione del colpevole.

Senza querela, infatti, non può essere esercitata l’azione penale e avviato il procedimento nei confronti dell’autore del reato.

La querela va proposta nel termine perentorio di 3 mesi dalla notizia del reato (più ampio per alcuni reati gravi come lo stalking e la violenza sessuale).

Una volta presentata la querela, hanno inizio le indagini preliminari da parte del Pubblico Ministero, all’esito delle quali potrà essere esercitata l’azione penale oppure richiesta l’archiviazione al GIP.

Prima della sentenza definitiva, il querelante ha facoltà di rimettere la querela: se il querelato accetta, il reato si estingue e il procedimento deve arrestarsi.

Domande frequenti

Cosa succede se non si presenta la querela?

Se il reato è a querela di parte e non viene presentata nei termini, non può essere esercitata l’azione penale nei confronti del responsabile. Dunque questi non potrà essere processato né condannato.

La querela si può ritirare?

Sì, con la remissione il querelante rinuncia a proseguire l’azione penale. Se il querelato accetta, il reato si estingue e il procedimento si arresta.

Quando non è possibile rimettere la querela?

Per alcuni gravi reati (violenza sessuale, atti persecutori aggravati) la legge vieta la possibilità di remissione della querela.

Cosa rischia chi viene querelato?

Chi riceve una querela diventa indagato e rischia di essere rinviato a giudizio e condannato, se le prove raccolte risultano sufficienti.

È obbligatorio farsi assistere da un avvocato per sporgere querela?

No, la querela può essere presentata personalmente senza bisogno di un legale. Tuttavia è sempre consigliabile rivolgersi a un penalista esperto.

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